Vertice tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti a Palazzo Chigi: una buona idea per blindare il governo ma i problemi nella maggioranza restano.
Nei giorni caldi della tensione in Medio Oriente, il governo prova a ricompattarsi. Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti aprono il 2020 all’insegna del dialogo e del confronto e lo fanno con un vertice a Palazzo Chigi. Sia dai pentastellati che dai dem filtra un cauto ottimismo per il futuro, ma la sensazione è che, realisticamente parlando, il faccia a faccia non abbia sciolto tutti i nodi che legano la maggioranza rallentandone i lavori. E come se non bastasse Italia Viva non avrebbe apprezzato l’esclusione dal tavolo dei grandi del Conte Bis.
Il vertice tra Di Maio e Zingaretti a Palazzo Chigi
Il vertice tra Di Maio e Nicola Zingaretti è durato meno di un’ora. Giusto il tempo di confrontarsi sulle intenzioni per il futuro e scambiarsi qualche rassicurazione. Nessuno dei due leader ha al momento l’intenzione di far cadere il governo. Ma bisogna lavorare meglio per evitare clamorosi colpi di scena. Il faccia a faccia è servito a rafforzare l’immagine del Conte Bis, che le opposizioni descrivono come moribondo, ma la vera prova del nove sarà quella della verifica voluta da Giuseppe Conte per il mese di gennaio.
La verifica di governo potrebbe slittare dopo le elezioni regionali
Il confronto tra le forze al governo era previsto per il prossimo 7 gennaio ma dovrebbe slittare a causa degli impegni di Luigi Di Maio, atteso in Libia. La verifica potrebbe avere luogo allora a fine gennaio o a inizio febbraio, quindi dopo le elezioni regionali, che potrebbero rappresentare un crocevia fondamentale per le sorti del Conte Bis.
Italia Viva ai margini (e bacchetta Zingaretti e Di Maio)
Se Conte ha apprezzato lo sforzo di Zingaretti e Luigi Di Maio, da Italia Viva lo scopo è quello di minimizzare l’importanza del vertice, che secondo i renziani è servito solo per farsi pubblicità. Di certo il fatto che nessun esponente di Iv sia stato invitato al tavolo dei grandi avrà le sue ripercussioni, e Renzi già alla fine del 2019 annunciava la sua intenzione di dare battaglia al governo rendendogli difficile la vita in Aula.